Umile, economico, accessibile, ma anche spesso, forte, resistente, elastico.
È il cartone, il materiale più amato e sperimentato da Paolo Masi, fiorentino, classe 1933.
Masi lo cerca per le strade, dove si trovi in quel momento, da Firenze a New York. Ne apprezza difetti e imperfezioni. Ne valorizza le tracce preesistenti. La sua pura astrazione ha l’obbiettivo di far emergere la struttura interna del cartone. È un'elegia della consistenza stessa del materiale, della sua fibra.
Lo si può trovare ovunque. Ed è già lì, nelle nostre vite. Basta solo usarlo.
Segno, colore e spazio. Il viaggio è libero e senza mai alcuna frenata, da oltre sessant'anni, a partire dagli esordi informali.
Considerato tra gli esponenti della Pittura Analitica italiana, ha animato collettivi d'artisti e spazi indipendenti, a partire dagli anni Sessanta.
Lo sguardo teso all’esperienza delle avanguardie russe, la matrice politica e l'impegno artistico confluiscono, dalle Case del Popolo di Firenze a Zona (oggi Base), co-fondata con Maurizio Nannucci e Mario Mariotti.
È la voce di Paolo Masi a guidarci attraverso la sua storia, sempre oppositiva, controcorrente.