Installazioni scultoree, lavori a parete e opere su carta che combinano materiali eterogenei organici, sintetici e industriali che affrontano il concetto di disfluenza, ovvero il fenomeno di spontanea interruzione del flusso linguistico che sfida il concetto stesso di flusso e fluidità e che - interrompendo la dominanza lineare - si pone come una crepa alternativa e sutura della separazione tra umano e non umano.
Poiché la disfluenza può trovare interrelazioni con la discontinuità geologica e territoriale, Marco Giordano per la sua nuova mostra negli spazi in galleria propone una serie di opere realizzate con materiali originariamente estratti o prodotti dal terreno, come formazioni geologiche, e utilizza persino la tecnica della fusione delle rocce laviche espulse dal Monte Etna.
"Un punto di attrito brilla. Si raffredda e si spacca, lasciando spazio per coltivare. Sconfinato, per potenziali connessioni".